Progetti d’acqua è nato dall’osservazione dei disegni progettuali di Renzo Piano e dall’incontro con l’atmosfera straordinaria dello spazio della Fondazione Vedova, con la “macchina scenica” dell’archivio nella semioscurità e le pareti che ancora trasudano sale.

L’ambiente sonoro e la luminescenza delle immagini che galleggiano nello spazio accompagnano il visitatore nella dimensione immateriale del pensiero e dell’immaginazione, tra quelli che Renzo Piano ha occasionalmente amato definire “scarabocchi asemantici”.

Otto isole di un arcipelago sospeso, dove i disegni si compongono su schermi trasparenti e si susseguono in animazioni video e transizioni che raccontano lo sviluppo del pensiero e delle sue analogie, recuperando il contatto con gli elementi naturali ispiratori dei progetti. Quegli elementi organici o meccanici che hanno determinato scelte in cui si evidenzia l’indissolubile relazione tra forma, funzionalità e significato.

Una continua tessitura tra suono e immagini immerge il pubblico in un’atmosfera acquorea, di luminosità mobili e rarefatte che evocano il legame profondo di Renzo Piano con la città di Venezia.

Ogni schermo presenta in sequenza due progetti, ne esplora lo sviluppo attraverso gli schizzi di Renzo Piano, le tavole tecniche e le fotografie degli edifici realizzati. Ogni schermo è preparato con tre superfici di densità diversa  che alleggeriscono o saturano la trasparenza originaria del supporto di proiezione.

A tratti l’ambiente viene invaso per alcuni secondi da un flusso d’acqua che “lava” ogni pensiero e ogni tratto, e permette all’intuizione di ritrovare la propria origine e riprendere il ciclo della creazione.