MUSEO LABORATORIO DELLA MENTE
Entrare fuori, uscire dentro
musei
Roma, Santa Maria della Pietà, 2008
- Descrizione
- Dettagli Tecnici
- Credits
Tra le mura dell’ex-ospedale psichiatrico di Santa Maria della Pietà a Roma prende forma il Museo Laboratorio della Mente, un percorso sulla malattia mentale e la sua segregazione che ripercorre la storia del complesso romano dalla sua fondazione alla sua definitiva chiusura come manicomio, dopo circa cinquecento anni di attività. I temi esplorati toccano la percezione sociale della malattia mentale, la vita dentro gli istituti, le metodologie cliniche e il ruolo di Franco Basaglia nella trasformazione del manicomio e del modo di trattare la malattia mentale.
Studio Azzurro ha ridisegnato in chiave multimediale il percorso del museo a piano terra, prima fase di un progetto che prevede la creazione di una area partecipativa al piano superiore (Da vicino nessuno è normale 2012).
Elemento centrale del percorso è un lungo muro che rievoca la reclusione nei manicomi. È un muro trasparente però, che permette di vedere oltre, di creare quel mescolarsi tra punto di vista esterno e interno che costituisce un elemento chiave del museo. Sulla superficie sono proiettati corpi che si lanciano contro la parete, urtandola con forza. Il visitatore è costretto a passarvi molto vicino e a percepirne il disagio psico-fisico.
Il muro articola il percorso in sezioni popolate da installazioni multimediali che portano a immedesimarsi, a interagire con la documentazione e a mettere in crisi le proprie visioni. Enormi occhi accolgono i visitatori lasciando l’impressione di essere scrutati dagli sguardi di coloro che in passato hanno vissuto nei manicomi. Lo spettatore è inquadrato in un gioco di specchi in cui la sua immagine si perde e si moltiplica in modo alienante. Labbra, bocche parlano solo quando il visitatore pronuncia parole in un microfono, in un gioco di sovrapposizione di suoni e stordimento. Lo sguardo del medico nei confronti dell’internato viene letto nei ritratti dei pazienti. I visitatori vengono sottoposti a schedatura. Sono spinti ad assumere posture tipiche degli internati per interagire con le installazioni.
La violenza e la quotidianità degli ex-ospedali psichiatrici sono presentate attraverso narrazioni che uniscono documentazione e forte impatto emotivo: materiali originali sono usati per ricreare alcune stanze, come la camera dell’elettroshock e di contenzione, mentre oggetti proiettati interattivi rivelano racconti di vita quotidiana.
Uno spazio del museo è dedicato a Fernando Nannetti, Nanof – che con i suoi graffiti incise i muri del manicomio in cui era rinchiuso trasformandolo in grandi racconti visivi – e a Gianfranco Baieri – che, internato dall’infanzia, si dedicò alla pittura. Infine, una serie di testimonianze e documenti ricostruisce la rivoluzione portata avanti da Basaglia e il lungo percorso che ha condotto alla chiusura dei manicomi.
12 programmi video
12 videoproiettori
1 monitor 48'
10 lettori multimediali
6 computer
1 microfono
24 casse audio di cui 2 a vibrazione e 2 a trasmissione ossea
2 subwoofer
6 sensori IR
1 sensore di presenza
1 sensore a pressione
10 sensori capacitivi
1 potenziometro ottico
progetto luci
1 macchina fotografica digitale
1 specchio semiriflettente
1 videocamera di sorveglianza
3 schermi di policarbonato di cui 2 trattati
4 lastre di policarbonato incise
1 lavagna
1 tavolo di legno
24 imbuti di metallo
pareti di stampe fotografiche
elementi di arredo
Progetto e messa in scena Studio Azzurro
Ideazione Pompeo Martelli, Paolo Rosa
Regia Paolo Rosa
Collaborazione alla regia Carlo Riccobono
Fotografia Fabio Cirifino
Riprese video Rocco Cirifino, Mario Coccimiglio
Montaggio video Silvia Pellizzari
Post-produzione video Mauro Macella, Claudia Casati
Elaborazioni grafiche Giulia Guarnieri, Francesca Gollo, Francesca Cianniello
Suoni e musiche Tommaso Leddi, Yugen
Sistemi interattivi e tecnologici Stefano Roveda, Marco Barsottini
Sviluppo software Alessandro Pecoraro, Lorenzo Sarti
Sviluppo hardware Alberto Massagli Bernocchi
Coordinamento progetto e produzione esecutiva Olivia Demuro
Produzione generale Reiner Bumke
Relazioni esterne Delphine Tonglet