L’ARTE FUORI DI SÉ. Un manifesto dell’arte nell’era tecnologica
Il libro nasce da anni di appunti e riflessioni suscitate dalla pratica quotidiana dell’arte e dell’insegnamento nei luoghi di formazione artistica. Racconta esperienze, raccoglie considerazioni e propone antidoti e orizzonti per un nuovo orientamento, traducendosi in manifesto e in opera fondamentale sul pensiero di Studio Azzurro.
Per restituire all’arte la sua centralità sociale è necessario, oggi, uscire dall’autoreferenzialità del sistema dell’arte contemporanea. La pratica artistica deve divenire consapevole, per conquistare un nuovo ruolo nella ridefinizione dell’etica e dell’estetica. In questa dimensione nasce l’artista plurale, colui che non crea semplicemente opere ma relazioni, che lavora in una rete, senza tuttavia perdere la sua autorialità. L’artista plurale attiva una dimensione rituale partecipativa, senza gerarchie e senza chiusure.
Nel terzo millennio, la ricerca artistica deve appropriarsi dell’interattività e farne uno strumento di espressione collettiva e di dialogo tra autore e spettatore, creando un’estetica non più basata sulle forme e sulle cose ma sui comportamenti. In una società dello spettacolo sempre più sofisticata, è necessario creare un laboratorio antropologico permanente, che produca consapevolezza e creatività partecipata.